21) L’ASIATICO, L’EUROPEO E L’AFRICANO ASSIEME.
L’asiatico vive nel passato e non è in grado di programmare il futuro in funzione della Fine del mondo. Perciò è costretto a copiare la macchina europea, ma la copia miniaturizzandola, ossia riducendone le dimensioni per produrne una maggiore quantità. L’accusa europea d’indolenza agli africani e agli asiatici dimentica che essi non sono in grado da soli di programmare il futuro.
L’europeo non è capace di collegare il proprio passato ed il passato del mondo alla Causa prima. La psicologia e la psichiatria hanno negli asiatici i loro maestri. Ma gli europei riducono e semplificano i movimenti temporali per sviluppare terapie spaziali di gruppo. L’accusa asiatica agli europei di essere deboli non tiene che l’europeo non può ancorarsi al passato.
L’africano vive in un perenne presente, senza poter ricostruire il passato e senza poter prevedere il futuro. Il passato asiatico ed il futuro europeo diventano il dono africano del presente. Ogni storia africana si aggiorna continuamente nel dono della vita.
22) LA FISICA DELLA LEGGE DELLA TRINITÀ
La fisica moderna è euro-asiatica ed è limitata dal principio di Heisenberg, che afferma che il comportamento della materia come massa è irriducibile a quello come energia e viceversa. L’europeo Schrodinger ha superato l’incomunicabilità tra i due mondi attraverso la teoria delle probabilità. Ma essa è approssimativa.
Invece la Legge della Trinità trova nel principio di Heisenberg la prova della sua verità. Essa lo comprende e supera, perché ammette la necessità di sviluppare una fisica asiatica, una fisica europea ed una fisica africana. Toglie invece credibilità alla fisica euro-asiatica, che si è mostrata approssimativa e che nel suo percorso ha portato con sé il principio d’indeterminazione come barriera insuperabile, quantizzandolo nell’errore più piccolo possibile.
Dobbiamo riconoscere i disastri prodotti dal pensiero euro-asiatico non solo nel campo sociologico, ma anche nel campo fisico con l’alterazione permanente dell’equilibrio del pianeta attraverso la trasformazione diretta della massa in energia. La grandezza della Legge della Trinità sta nel considerare l’uomo in tre persone fatte rispettivamente di libertà-energia, norma-massa e dono-luce. L’europeo è chiamato a trasformare non la massa ma la luce in energia, l’asiatico non l’energia ma la luce in massa, l’africano l’energia e la massa in luce. Una volta compreso questo sarà possibile anche ripristinare l’equilibrio del pianeta.
Il lavoro è stato lungo e faticoso, perché ho voluto rispettare la trinitarietà anche nella forma. Ho usato il numero tre in ogni capitolo ed in ogni parte del libro, per dimostrare che non solo il pensiero di ogni popolo, ma anche di ogni uomo, si svolge secondo la legge della Trinità.
23) LA RAGIONE SENZA LA FEDE NON PORTA A NESSUNA CONCLUSIONE SULL’ESISTENZA DI DIO E SULLA SUA ESSENZA; LA TRINITARIETÀ DI DIO E DEI POPOLI È RIVELATA DALLA BIBBIA.
Kant ha dimostrato che la ragione senza la fede non può arrivare a Dio, che da idea diventa l’ideale, ossia un essere irraggiungibile. Da allora Dio s’incontra attraverso il sentimento. Per tornare a Dio attraverso la ragione occorre meditare con fede la Bibbia, credendola parola di Dio.
La Santa Trinità è rivelata da Gesù Cristo. La sua rivelazione illumina anche l’Antico Testamento. La Legge della trinità dei popoli è in accordo con quanto è scritto nell’Antico Testamento circa il ripopolamento della terra generato dai discendenti dei tre figli di Noè dopo il diluvio universale. Il giudizio universale è presente nella memoria storica di molti popoli.
Il testo in esame comprende i capitoli 9, 10 e 11 del libro della Genesi. All’inizio del capitolo 9 della Bibbia, edizione C.E.I. Marietti del 1980, è scritto: “Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere’.
La nota al capitolo 9 riporta: “L’autore sacerdotale continua la sua narrazione per annunciare un nuovo inizio: la seconda era dell’umanità.”La Genesi è detta primo libro di Mosè. Dopo la purificazione del mondo di Adamo Dio completa la sua creazione con i tre figli di Noè. La prima era risultata incompleta, perché priva dell’impronta trinitaria nei popoli.
24) IL RACCONTO BIBLICO DI NOÈ E DEI TRE FIGLI.
La seconda era o era trinitaria dei popoli inizia con i figli di Noè. I versetti della Bibbia più significativi per scoprirla sono i 18-27 del capitolo 9. In essi si legge: “I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam, e Iafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all’interno della tenda. Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò della cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto. Quando Noè si fu risvegliato dall’ebrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: ‘Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli’! E aggiunse: “Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet e questi dimori nelle terre di Sem, Canaan sia suo schiavo!”
25) I DISCENDENTI DEI FIGLI DI NOÈ.
La Genesi nel capitolo 10 elenca i discendenti di Iafet, Cam e Sem. La nota al capitolo 10 dell’edizione citata della Bibbia commenta: “I gruppi sono tre: Iafet, che corrisponde approssimativamente ai popoli indo-europei; Cam, che raggruppa popoli dell’Africa, specialmente l’Egitto, ma include anche Canaan; Sem, che riunisce i Semiti. Dal lato storico la lista contiene molti elementi esatti e un raggruppamento razionale; trasforma artificiosamente l’etnografia in genealogia.”
Nel Grande Dizionario UTET del 1969 si legge alla voce Iafet: “Il nome di Jafet ricorda quello del greco Giapeto, il cui mito, attraverso Deucalione e Prometeo, si ricollega anch’esso al diluvio universale.”Da qui lo scambio dei nomi di Iafet e Giapeto, per indicare il capostipite dei popoli europei.
La Civiltà Cattolica del 15 luglio 1859 afferma in un lungo articolo dal titolo: Il verso e il falso nel progresso: “Le diversità durano tra i rami di una stessa propaggine (dell’uomo) invariabili e permanenti. A tutte preferisco la divisione che del mondo umano assegna il celebre Cuvier, di tre grandi famiglie: della bianca o caucasica, della olivigna o mongolica, della negra o camitica. Ragione del preferire questa separazione è il sembrare più conforme alle sacre pagine (della Bibbia), che tramandano la terra ripopolata dai tre figlioli di Noè dopo il diluvio. Confrontate ora famiglie con famiglie e in ciascuna di esse le discendenze tra loro e le nazioni in cui si separano e si uniscono e si disperdono per il mondo. Osserverete sempre, a memoria d’uomo, inalterate le differenze più grandi. “