Da La Voce del 24 settembre e 29 ottobre 2017
3) LA RIFONDAZIONE REGGIANA DEL 1500
1) L’importanza delle donne reggiane
Il Rinascimento riscopre e rende universali due dei grandi talenti reggiani: la grandezza delle sue donne, ammirata e cantata dai suoi uomini, e la passione per la politica. L’importanza mondiale di Reggio, come territorio, comincia infatti con la pace di Canossa del 28 gennaio 1077 tra il Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV. Essa è stata voluta da Matilde, contessa di Canossa e discendente di quella casata.
Il periodo storico dalla metà del ‘400 all’inizio del ‘500 è il più importante per le città italiane, perché esse acquistano l’identità moderna, che hanno tuttora. Il Rinascimento reggiano ha calato l’idea platonica maschile del bello del Rinascimento fiorentino nella donna reale. Dalla contemplazione dell’idea si è arrivati alla sua incarnazione nella dolcezza femminile, cantata, come elemento indispensabile al fiorire della vita, dalla poesia dell’Ariosto e dalla pittura del Correggio. A Reggio c’era stata la Beata Scopelli e attorno alla città c’erano donne straordinarie, esperte in politica e amanti dell’arte, come Vittoria Gambara, contessa di Correggio, Isabella d’Este, marchesa di Mantova e Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara, benemerita nei confronti di Reggio, perché vi ha introdotto l’arte della seta, che sarà la fonte della sua ricchezza. Ma sono state donne reali, che hanno partorito cinque o sei figli ciascuna. Da allora la vita è diventata quella di oggi, fatta di uomini e donne alla pari, consapevoli della propria identità. L’uomo neutro del Botticelli, Leonardo e Michelangelo a Reggio non aveva trovato seguaci.
2) Il breve governo pontificio.
Nella seconda metà del ‘400 le città italiane, prima delle altre in Europa, acquistano il volto di oggi. La prospettiva geometrica unica di Filippo Brunelleschi fiorentino (1377-1446) e Leon Battista Alberti (1404-1472), nato a Genova da padre fiorentino bandito dalla città natale, che la codifica nel De Pictura del 1435, permette anche a Reggio di affrontare la realtà e di scoprire la propria identità. In più le guerre per l’Italia della fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 tra la Francia e l’Impero prima e la Spagna poi rimettono in gioco le scelte delle singole città, in un nuovo ordine mondiale, che le rende non solo partecipi ma anche responsabili della propria identità. Reggio nel ‘500 è chiamata ad una rifondazione, come conseguenza della scoperta di sé stessa, avvenuta nella seconda metà del ‘400. La scoperta era stata passiva. Nel ‘500 invece si tratta di aderire o meno ad essa. Per Reggio la novità, che la mette di fronte a sé stessa e alle proprie responsabilità nel seguire la sua vocazione, è il breve dominio papale, che va dal 1512 al 1523, ricco di spunti.
3) La prevenzione dei Reggiani
Il dominio papale era meno pesante e meno paternalistico di quello degli Este, perché gravava di meno tasse i paesi soggetti e rispettava le autonomie comunali. La Chiesa infatti viveva e vive soprattutto di donazioni. Si riservava solo i rapporti con gli stati esteri, come stava facendo a Bologna. Ma Reggio provava un certo sussiego sia nei confronti del Governo ecclesiastico che dei romani, fiorentini e bolognesi, che lo rappresentavano, considerati molli. Il pesante paternalismo estense sembrava più nostrano. Era ancora vivo il ricordo dell’arrivo a Reggio di Mastro Antonio setaiolo di Genova, inviato nel 1502 da Lucrezia Borgia, moglie del duca di Ferrara, Alfonso d’Este. Mastro Antonio aveva dato vita all’arte della seta, che stava arricchendo Reggio, per la qualità eccezionale dei tessuti.
Ma nel ‘600 i duchi estensi ci priveranno di tutti i quadri più belli, tra cui quelli del Correggio, al punto che Napoleone non troverà più niente da portare via, e nel ‘700 sposteranno a Modena la nostra Università.
4) Il Rinascimento Reggiano
Le punte d’allora, come l’Ariosto e il Correggio, hanno valorizzato le doti femminili, per inserirle in un percorso di collegamento esaltante tra l’uomo e la donna. Esso si è concluso, dopo l’avvento di Lutero, che ha rilassato i costumi, nella scoperta della nudità femminile, ma in funzione dell’uomo. L’Ariosto ed il Correggio hanno vissuto la loro maturità quando Reggio era sotto il governo pontificio, iniziato nel 1512 e finito nel 1523.
5) I partiti moderni
Nella Reggio papale sono sorti per la prima volta in Italia i partiti moderni, perché, come nota il grande storico del ‘500 e governatore di Reggio dal 1517 al 1523, Francesco Guicciardini, la ragione pubblica si era aggiunta alle ragioni private. Gli Scaioli dominavano il partito favorevole al governo pontificio, i Bebbi quello favorevole agli Estensi spodestati, che ritorneranno nel 1523. Il lunedì di Pasqua del 1517 Giovan Battista Bebbi e quattro amici venivano uccisi dagli Scaioli. Il Governatore di Reggio, il prelato bolognese Giovanni Gozzadini, di nomina papale, era a Roma per trattare con Leone X i diritti della città, che allora aveva ripreso l’antico nome di res publica. Dopo l’omicidio tornava a Reggio per stabilire la pace più che la giustizia.
6) L’omicidio del governatore Gozzadini
Ma il 28 giugno 1517 nel Duomo di Reggio, durante la Messa al momento dell’elevazione dell’ostia consacrata, Gozzadini veniva ucciso per vendetta, perché sembrava proteggere gli Scaioli. Veniva assassinato in Duomo davanti alla Madonna del Pilastro, che allora era in posizione diversa rispetto ad oggi. Prima veniva colpito dal Betola e, raggiunto sulle scale dell’altare maggiore, trucidato dai 25 congiurati. Perivano alcuni del seguito e in città venivano uccisi decine di avversari ed incendiate e saccheggiate molte case. Il cadavere del Gozzadini era denudato e gli venivano tagliate le vergogne e su una picca portate alla casa dei Bebbi. Il Guicciardini subentrava al Gozzadini come governatore di Reggio e nel 1519 riusciva a concludere la pace tra le due fazioni.
7) La proposta dell’istituzione della festa della Riconciliazione civile.
Sarebbe bello istituire la festa della riconciliazione cittadina il 28 giugno di ogni anno, in riparazione delle sofferenze provocate a Reggio dalle lotte politiche, con una Messa vescovile in Duomo davanti all’immagine della Madonna del pilastro, che è Madonna del Parto, in presenza delle autorità e dei partiti politici reggiani. Sotto all’immagine della Madonna ci sono da 200 anni le spoglie della Beata Scopelli, che in punto di morte aveva chiesto alle sue suore di vivere tra loro nella carità per poter contemplare Dio ed essere già in Paradiso. La Madonna del pilastro diventerebbe la Madonna della Pace e la Beata Scopelli l’Angelo della Pace.