18) PRESENTAZIONE DEL LIBRO: LA LEGGE DELLA TRINITA’ NEL SENSO COMUNE (DEI POPOLI) O LA RESTAURAZIONE DI ROMA. SLEDIZIONI Parte quarta

16) IL PENSIERO TRINITARIO DELLA TERRA E LA LEGGE DEL PROGRESSO.

La Legge della Trinità permette alla legge asiatica ed alla libertà europea di non essere in concorrenza. Essa recupera l’Africa nera, oggi alla deriva, facendo dei suoi popoli gli indispensabili mediatori tra il senso comune asiatico e quello europeo. Da antagoniste la libertà e la legge diventano complementari attraverso il dono reciproco. La Legge della Trinità permette di scoprire la Legge del progresso, intesa come arricchimento successivo nel passaggio del pensiero da un popolo all’altro.

Ogni paese deve recuperare il proprio pensiero, ripulendolo da ciò, che lo allontana dalla Legge della Trinità. Si deve accettare di far parte di un pianeta trinitario, in cui la libertà, la legge ed il dono della vita come atto d’amore sono parte di un unico pensiero, di cui ogni paese possiede solo una parte. Nessun paese ha la verità tutta intera, sebbene possa entrare in relazione con le parti mancanti: ogni paese ragiona in termini trinitari, ma possiede solo una delle tre parti del pensiero unico.

L’europeo è la libertà, l’asiatico è la legge e l’africano è la vita, ma nessuno dei tre può fare a meno degli altri due. L’europeo crede di conoscere la legge ed il dono della vita, ma non può vivere appieno il rapporto con entrambi se non scopre il pensiero asiatico ed il pensiero africano. Così l’asiatico non conosce la libertà ed il dono se non li riceve dall’europeo e dall’africano e l’africano non conosce la legge e la libertà se non li riceve dall’asiatico e dall’africano.

17) LA LEGGE TRINITARIA NELLO SPIRITO: LA LIBERTÀ EUROPEA.

La legge della Trinità distingue tra il percorso europeo della libertà, il percorso asiatico della norma ed il percorso africano del dono della vita.

L’europeo incontra Dio come Figlio nella libertà dell’atto redentivo. L’atto è immobile nel tempo, è unico ed irripetibile. L’europeo tende ad aumentare nel tempo il proprio grado di libertà per farlo coincidere con quello infinito, ottenuto all’uomo dal sacrificio di Dio Figlio, attraverso l’aumento continuo della quantità di lavoro compiuta nell’unità di tempo.

La produzione di una quantità sempre più grande di lavoro richiede la trasformazione di quantità sempre più grandi di massa in energia per soddisfare contemporaneamente un numero sempre più grande di desideri. L’europeo non vuole scegliere tra desideri diversi, come invece era costretto a fare Epicuro. Egli tende all’immobilità temporale dei desideri soddisfatti assieme.

L’europeo è passivo nei confronti di Dio nel tempo dove lo scopre come libertà. Invece è attivo nello spazio, che può scegliere se sottomettere alla prospettiva unica nel tempo con al centro il Figlio, oppure alla prospettiva unica con al centro sé stesso. Egli si muove nel futuro incontro al Figlio oppure a sé stesso.

18) LA LEGGE TRINITARIA NELLO SPIRITO: LA NORMA ASIATICA.

L’asiatico incontra Dio come Padre nell’immobilità spaziale dell’atto creativo originario.  Egli si muove all’indietro nel passato per incontrare la sua forza infinita. L’asiatico vive la storia come formata da cicli che si ripetono sempre uguali, per aumentare la forza della norma, fino a raggiungere la forza infinita della norma divina originaria: la ripetizione è ciò, che ne accresce la forza, come afferma la filosofia del Tao. In Giappone la norma è ovunque. La musica è scandita da un solo motivo ripetuto più volte: la musica classica europea, libera nella continua variazione dei motivi, è considerata trasgressiva. Più la regola è rispettata e più grande è la forza dell’asiatico.

L’asiatico tende a produrre la massima quantità di lavoro nell’unità di spazio: le miniature asiatiche rappresentano figure immobilizzate nello spazio da una serie di forze contrapposte, perché più piccole sono le forze e più grande è il potere della norma. Essa permea tutto l’universo ad iniziare dalle sue parti più piccole: i giapponesi scoprono la norma nella fioritura dei ciliegi. Il giardino giapponese contiene sempre gli stessi elementi, come rappresentazione dell’universo delle forze.

L’asiatico fissa l’energia come massa immobile nello spazio attraverso l’equilibrio delle forze. Il miglior generale cinese è colui che vince senza combattere. L’asiatico è passivo nello spazio nei confronti di Dio creatore ed è attivo nel tempo, dove può scegliere se collegare gli eventi alla Causa prima come Dio, oppure come sé stesso.

19) LA LEGGE TRINITARIA NELLO SPIRITO: IL DONO AFRICANO DELLA VITA

L’africano incontra Dio come Spirito nel dono continuo della vita sia nel tempo che nello spazio, ma in modo successivo. Egli è chiamato a vivere come essere sia nel tempo che nello spazio e questo fatto lo rende consapevole di essere il centro dell’universo. Da qui il suo inguaribile ottimismo anche nelle situazioni più disperate.

L’africano vive nel perenne presente del dono della vita, che vuole aumentare fino ad eguagliare il dono infinito dello Spirito attraverso l’aumento del potere del clan. Egli incontra Dio come essere nel dono e può scegliere se usare il dono per sé stesso o per Dio. Il dono porta luce nella vita. E’ stato l’africano S. Agostino a scoprire la legge dell’illuminazione dello Spirito. La libertà – energia europea e la norma – massa asiatica rappresentano il fine e l’origine del dono – luce africano.

L’africano da solo perde i contatti con il passato ed il futuro e vive nel perenne presente, o come diremmo alla giornata. Ma anche l’europeo e l’asiatico non possono scoprire il valore della vita come dono, se non lo ricevono dall’africano, senza il quale non possono neppure comunicare tra loro. E’ il presente africano che trasforma il passato asiatico nel futuro europeo e viceversa.

20) L’UNITÀ TRINITARIA DELLE TRE QUALITÀ.

La norma e la libertà non possono stare separate. Esse non hanno significato da sole. Ma per stare insieme hanno bisogno di donarsi reciprocamente. L’atto del dono rende libera la norma, che non è imposta, ma proposta allo spirito dell’uomo ed a sua volta normalizza la libertà. Il termine normale appartiene al linguaggio comune per indicare qualcosa di conforme alla natura: la norma è ntievoluzionista.

Come la norma non può stare senza la libertà, così l’asiatico non può stare senza l’europeo. Ma come la norma e la libertà non possono stare assieme senza donarsi reciprocamente, così l’asiatico e l’europeo per stare assieme hanno bisogno dell’africano, che li sa donare l’uno all’altro. L’africano dona la norma all’europeo e la libertà all’asiatico. Egli le riceve e le trasforma in dono. La norma e la libertà diventano relative l’una all’altra, secondo la legge galileiana. L’asiatico ragiona in termini di norma e si muove nel divenire del tempo, in cui egli è libero di scegliere una causa per ogni effetto. Egli si muove all’indietro alla ricerca della Causa prima (il Padre). L’europeo ragiona in termini di libertà e si muove nel divenire dello spazio, di cui egli ha scoperto le leggi del movimento, per affrontare il futuro ed arrivare al Fine (il Figlio). L’africano non conosce né la norma, né la libertà, ma vive la vita come un dono istantaneo in perenne rinnovamento. Lo spazio ed il tempo s’incontrano in un punto dello Spirito (lo Spirito Santo).