12) IL 15 SETTEMBRE 1772: IL TRASFERIMENTO DELL’UNIVERSITA’ DI REGGIO A MODENA

1) L’origine imperiale dell’Università di Reggio

Il dramma reggiano del trasferimento dell’Università di Reggio a Modena si consuma il 15 settembre 1772, ottava della festa della Madonna della Ghiara dell’8 settembre precedente. Gli otto giorni che si contano dalla festa costituiscono come un’unica grande festa. Il 15 settembre 1772 fu invece una giornata molto triste per i reggiani. Era come se la Madonna stessa avesse voluto riprenderli e proprio dopo la celebrazione, avvenuta il 14, dell’Esaltazione della Santa Croce.

Sorge spontaneo il paragone tra l’università reggiana e quella di Heidelberg, la più antica della Germania. La prima sorta con le bolle imperiali di Carlo V del 1532 e di Massimiliano II del 1571, la seconda con la bolla papale di Urbano VI del 1386. La scelta di campo dei Reggiani fu determinante per decretare la fine dell’università. L’Impero alla fine del ‘700 era in agonia e contro le mire del Duca non poteva aiutarli. Invece l’università papale salvò Heidelberg anche dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Infatti il Presidente Roosevelt aveva dato ordine di non bombardarla in ricordo delle due volte in cui da ragazzo era stato ad Heidelberg ed aveva ammirato la sua università. In più la città divenne la sede del comando americano in Germania.

2) Il potere assoluto del Duca di Modena

Nel 1772 Reggio Emilia pagava le conseguenze della politica del duca. La crisi economica e finanziaria della seconda metà del ‘700 rafforzò le basi della monarchia assoluta, giacchè i problemi sembravano troppo grandi per i gruppi di potere reggiani. La Corte e la Nobiltà si erano schierate dalla parte del duca e la borghesia reggiana si riteneva troppo debole per liberarsi del soffocante potere ducale. Il Consiglio degli Anziani, formato da una nobiltà recente, era dalla parte del Duca che in cambio elargiva somme ingenti per gli svaghi e gli ozi dei nobili. Venivano costruite la reggia di Rivalta ed il nuovo teatro.

Fiorente a Reggio era l’Università, che, a seguito dell’acquisto da parte del vescovo Gianmaria Castelvetri ( 1750-1785 ) del palazzo Busetti in piazza del Monte, vi veniva trasferita nel 1752 assieme al Seminario. L’università aveva allora 120 alunni. Tutti gli insegnamenti già separati di teologia, medicina, diritto, filosofia e matematica vi confluivano ed avevano per maestri tra gli altri Don Lazzaro Spallanzani, Don Bonaventura Corti e Don Giambattista Venturi. Nel Palazzo Busetti aveva sede anche l’Accademia degli Ipocondriaci che comprendeva lo Spallanzani, il Venturi, Laura Bassi e Giuseppe Parini. Carlo Goldoni vi si fermò. Agostino Paradisi, Francesco Cassoli, Giovanni Paradisi, Luigi Lamberti sono tutte figure fiorite attorno all’Università.

3) L’incameramento dei beni ecclesiastici

La stretta sulla Chiesa da parte del Duca Francesco III d’Este, regnante dal 1737 al 1780, inizia con la tassazione degli ecclesiastici e delle Opere Pie. Nel 1767 veniva proibito alla Chiesa di ereditare, di ammassare livelli, di far contratti di compere, vitalizi e censi. Nel 1769 furono soppresse a Reggio 9 parrocchie. Nel 1773 saranno poi incamerati i beni dei Gesuiti. Tra il 1782 e l’83 saranno soppressi 15 monasteri dei 25 esistenti nel 1780, che allora contavano 767 religiosi dei due sessi. I beni dei monasteri soppressi e degli altri enti ecclesiastici servirono per sanare gli sbilanci dell’amministrazione e per l’istituzione di nuovi istituti ma di mano pubblica. Tutto questo tuttavia non salvò lo stato estense dalla bufera napoleonica. In più le soppressioni non favorirono la formazione di una classe di piccoli proprietari. I fittavoli lasciavano intatti i latifondi e introducevano nuove colture come prati e risaie che diminuivano invece le tradizionali culture di grani ed uva. I prezzi aumentarono ed anche i coltivatori diventati salariati. La Corte era sempre più ricca e isolata dal popolo. Le Opere Pie, le Corporazioni e le rappresentanze delle vicinie venivano sottoposte al governo centrale.

4) Il trasferimento dell’Università

Il trasferimento dell’università di Reggio a Modena rientrava nei piani del duca di ammassare quanto più poteva attorno a sé di ciò che di buono ci fosse nel ducato. Ricordiamo la Galleria Estense di Modena piena dei quadri rapinati dai duchi nel corso dei secoli dalle terre e dalle Scuole e Chiese del Ducato.

I Reggiani si ribellarono al duca nel 1796 ma senza poter riprendersi nulla. Forse allora è mancata la fede nella potenza d’intercessione della Madonna della Ghiara. Il Vescovo non si era opposto alla chiusura delle parrocchie e al trasferimento dell’Università. La Municipalità di Reggio si oppose ma stando al gioco del duca senza osare scoprirne le carte. Nessuno ricordò al duca che Reggio si era sottomessa agli Estensi con un patto che prevedeva il privilegio per i Reggiani di conferire la laurea in medicina e giurisprudenza. E’ stata la mancanza di fede dei Reggiani, che ha permesso al duca di vincere e sottomettere completamente Reggio.